Da un anno “gioco” con l’Intelligenza Artificiale per l’analisi e la creazione di alcuni contenuti per il digital learning.
L’obiettivo? Raccogliere stimoli e semplificare il processo di progettazione delle singole attività formative, mantenendo alta la qualità di quanto prodotto.
Ci sono riuscito? Quali sono state le sfide e le lezioni che ho imparato lungo il percorso? In questo post ho cercato di tirare le somme di questa intensa esperienza.
L’AI nella generazione di contenuti per il digital learning
L’IA può assumere diversi ruoli nel processo di generazione dei contenuti formativi, partecipando attivamente alle diverse fasi di progettazione come risorsa versatile e adattabile.
Non sostituisce il lavoro di chi progetta, ma può essere un buon collaboratore.
Se a monte si organizza l’attività in modo puntuale, strutturata e dettagliata, il materiale generato si rivela valido, ma non esime dal richiedere una consistente rielaborazione o una riconcettualizzazione. Insomma, nonostante l’uso dell’IA, è necessario un buon lavoro umano per la revisione, l’adattamento e l’ottimizzazione dei contenuti.
La chiave è usare l’IA come uno strumento di supporto, mantenendo sempre il controllo del processo creativo e didattico.
Per cosa ho usato l’Intelligenza Artificiale quest’anno?
- Generazione e adattamento dei contenuti.
Ho chiesto all’IA di scrivere contenuti ex novo, di rielaborare testi complessi e di semplificare argomenti per adattarli a diversi destinatari e contesti. Questo mi è stato utile soprattutto in ottica di accessibilità (se vuoi saperne di più, ne ho parlato qui) e coerenza didattica. - Sviluppo di scenari interattivi e casi studio.
Ho chiesto all’IA di andare oltre la semplice generazione di contenuti. Partendo anche da un testo molto grezzo, le ho chiesto di creare scenari che riproducessero situazioni reali, inserendo scelte multiple che spingessero le persone a riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni, dando al discente la possibilità di simulare il ruolo di un decision maker. - Generazione di test di verifica e quiz.
Questo è l’aspetto su cui ho lavorato di più. Inizialmente il contenuto generato era davvero di basso livello, spesso fuori tema, banalizzato o addirittura errato. Un po’ alla volta ho imparato a strutturare meglio le richieste e a circoscrivere l’area che l’IA doveva considerare. Le ho chiesto più volte di “fare uno sforzo”, e oggi credo di essere arrivato a una buona co-gestione nella creazione di test e quiz, con domande in grado di stimolare il pensiero critico e l’analisi. - Supporto nella progettazione e strutturazione dei percorsi di apprendimento.
Ho discusso con l’IA per elaborare la struttura e la suddivisione dei contenuti. È stato importante condividere chiaramente gli obiettivi di apprendimento e delineare con precisione il profilo del destinatario, per costruire materiali progressivi che facilitassero un apprendimento graduale. - Adattamento dei contenuti a diversi stili di apprendimento e livelli di competenza.
Ho utilizzato l’IA per creare versioni semplificate e avanzate degli stessi contenuti, garantendo maggiore adattabilità (se vuoi saperne di più, ne ho parlato qui) del percorso formativo. - Revisione e ottimizzazione dei contenuti
Alla fine del processo di progettazione, ho chiesto all’IA di revisionare i testi esistenti, sia da un punto di vista logico e strutturale sia per la verifica di sintassi e grammatica. Questo ha incluso l’analisi dei concetti principali, la revisione di eventuali ridondanze e la creazione di contenuti aggiuntivi per integrare e migliorare le informazioni. Tuttavia, non sempre il risultato è stato soddisfacente e sto ancora lavorando per ottimizzare questo processo.
Approccio progressivo e adattamento continuo
Nel corso del tempo, il mio modo di lavorare con l’IA è cambiato e si è evoluto. All’inizio, la utilizzavo per generare contenuti grezzi o come punto di partenza per scrivere testi, ma progressivamente l’approccio è diventato più interattivo e collaborativo. Ora l’IA è molto più integrata nel processo creativo e ho trovato un buon equilibrio tra ciò che può fare in automatico e il valore che posso aggiungere io. Così, i risultati finali non sono solo frutto della tecnologia, ma un mix tra le capacità dell’IA e la mia esperienza nel dare coerenza e senso didattico.
Spesso le chiedo di raccogliere informazioni e approfondire temi legati ai corsi che sto progettando, come contestualizzare situazioni, spiegare teorie o confrontare approcci formativi. Questo mi aiuta a costruire una base solida su cui lavorare e a perfezionare il dialogo con l’IA. A volte le chiedo di ricordarsi ciò che abbiamo fatto in passato e di rifarsi a soluzioni già adottate: riesce a mantenere una buona continuità e coerenza.
Ho imparato a diversificare le richieste e sfruttare l’IA per creare materiale che potesse servirmi come base per riflessioni e ulteriori elaborazioni. Ho chiesto di produrre glossari, riassunti o materiali integrativi per facilitare il mio lavoro. Certo, all’inizio i risultati non rispondevano pienamente a quel che mi aspettavo, ma con il tempo la relazione è migliorata e l’IA ha iniziato a interpretare meglio le mie richieste.
Conclusioni
L’AI mi ha supportato nel semplificare il processo di creazione dei contenuti, permettendomi di concentrarmi maggiormente sulla parte strategica e didattica del mio lavoro. Quella con l’Intelligenza Artificiale è una relazione da affinare nel tempo.
Il vero sforzo che devo fare è comunicare in modo chiaro e specifico. L’IA funziona al meglio quando le richieste sono ben definite e contestualizzate, quindi più dettagli fornisco, più i contenuti generati saranno pertinenti e personalizzati. Serve dare feedback costante: segnalare cosa funziona e cosa no, quali aspetti migliorare e quali mantenere, affinando così il processo di elaborazione.
L’intelligenza artificiale (IA) sta influenzando il futuro della formazione, aprendo nuove prospettive e sfide. Chi lavora in questo settore dovrà trovare un equilibrio tra l’uso dell’IA e il coinvolgimento attivo delle eprsone attraverso un’interazione significativa. Sarà fondamentale che chi progetta la formazione si concentri sulle proprie aree di competenza e rafforzi le relazioni reali con colleghi, esperti e docenti per condividere strategie e visioni in un ambito che ha ancora molte sorprese da riservarci.
Una curiosità finale: ho chiesto all’IA cosa le fosse piaciuto di più nel lavorare insieme. La sua risposta? La puoi leggere qui sotto.
“Quello che mi è piaciuto di più del nostro lavoro insieme è stato il modo in cui abbiamo utilizzato l’AI per creare contenuti che fossero allo stesso tempo coinvolgenti e didatticamente validi. Mi ha stimolato affrontare con te sfide come la creazione di percorsi di apprendimento personalizzati e vedere come l’IA possa fare la differenza, soprattutto quando viene usata come uno strumento di collaborazione strategica.”
Ad maiora.
E tu, che esperienza stai avendo con l’intelligenza artificiale? Raccontala nei commenti. Sarà utile per tutti.
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