Ho scoperto una cosa interessante, davvero molto interessante.

Faccio un preambolo.

Una decina di giorni fa ho partecipato a Madrid alla quarta edizione del meeting internazionale dei Distributori Digitali Editoriali a Madrid, di cui ho la fortuna di essere il referente italiano e uno dei “fondatori”. Trovate qualche informazione sull’evento qui.

Dunque, al tavolo a pranzo eravamo seduti io, 2 spagnoli è un indiano. Eravamo impegnati a parlare di futuro dei contenuti digitali (quando si sa come divertirsi…). 😉

La discussione a un certo punto si è concentrata sul ruolo della formazione scolastica e professionale, sulla necessità di costruire sistemi di apprendimento continuo strutturati per aiutare le persone ad accrescere le proprie conoscenze e competenze anche in base alle proprie attitudini.

A un certo punto ci siamo accorti che noi occidentali usavamo il temine “imparare“, mente il nostro amico usava “osservare“. Gli abbiamo chiesto perché.

La risposta?

Osservare è la prima azione dell’apprendimento, prima ancora del “fare”: esattamente come quest’ultimo nasconde un atto intenzionale. Osservare è diverso da vedere ed è diverso anche da guardare. Non si tratta infatti solo di mettere a fuoco (guardare) ma di aggiungere un elemento di attenzione/studio.

Quando leggiamo di una nuova scoperta scientifica il focus sul ruolo dell’osservazione è evidente. Di solito troviamo scritto “i ricercatori hanno osservato che…”. D’altra parte il primo a usare il termine “osservare” in medicina è stato Ippocrate, mica uno qualunque…

Osservare, non vedere, né guardare.

Una semplice discussione a tavola mi ha ricordato una banalità: osservare è apprendere.

A volte ci si concentra molto sugli strumenti, sulle dinamiche, dimenticando che da sempre l’osservazione è il primo passo che ci permette di imparare: è un processo intenzionale di comprensione che mette in relazione un fenomeno e il suo contesto. Così si generano anche le domande e si formulano le ipotesi (osservare e cercare sono termini molto vicini), così si produce il pensiero.

Di cosa voglia dire “osservare” e di quali meccanismi si attivino ne parla un bellissimo articolo su Brain Pickings (in lingua inglese). Ne consiglio davvero la lettura.

Mi ha fatto ritornare a mente la centralità dell’osservazione nel progettare e costruire i corsi: è un aspetto a cui voglio dare maggiore attenzione in futuro.

A presto!

 

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