Uno dei temi che mi sta più a cuore nella formazione a distanza è il ruolo del formatore aziendale.

Questa professione evolve di giorno in giorno. I bravi formatori migliorano costantemente il proprio modo di trasmettere conoscenze e competenze, di incidere sui comportamenti nelle imprese.

Come il digital learning può aiutarli nel processo formativo? Che strumenti mette loro disposizione? Come integrare la formazione d’aula con quella a distanza?

Il punto di partenza è che siamo tutti ormai abituati ad usare la tecnologia, anche se non per ragioni legate alla formazione.
Abbiamo a che fare sempre più spesso con contenuti smart, rapidi e intensi (non è un caso che l’app TikTok abbia superato in download Facebook).
Siamo tutti alla ricerca di qualcosa che ci attragga e ci coinvolga, che ci impegni quanto basta.

Queste dinamiche di fruizione dei contenuti hanno un forte impatto anche sulla digitalizzazione dell’apprendimento.
Va da sé che non si possa fare a meno di riorganizzare il modo di gestire e produrre le attività formative, se vogliamo portare a casa qualche risultato.

Non ha senso ragionare per compartimenti stagni: di qua la formazione d’aula, di là il digital learning…

L’obiettivo di qualsiasi attività formativa è sempre far acquisire conoscenze e competenze. Il modo migliore perché questo accada è abbandonare assurde dicotomie.

Formatore = motore del cambiamento

I formatori sono il motore del cambiamento: trasmettono le conoscenze, possono contribuire a migliorare i processi e le relazioni aziendali, motivare e spingere verso un nuovo modo di “essere azienda“. 

formazione_blended learningPer continuare a farlo in un contesto in cui la digitalizzazione è parte del cambiamento nelle aziende,  i formatori hanno l’opportunità di trasformare gli strumenti tecnologici in propri alleati. 

Uno dei compiti del formatore è disegnare l’esperienza di apprendimento. Perché allora non usare a proprio favore la tecnologia per dare continuità formativa e valorizzare i contenuti?

Con il digital learning chi si occupa di formazione aziendale può, anzi DEVE, entrare a far parte di una squadra speciale per l’apprendimento. Questa squadra include professionalità e competenze diverse (instructional designer, sviluppatori, grafici, esperti di LMS ecc.) che insieme possono creare e gestire un’attività formativa che si faccia ricordare.

Credo che per nessuno, neppure per il formatore di lunga data, sia più sufficiente saper trasmettere una conoscenza tout court

Approfittare della tecnologia, mixare le competenze, trasmettere contenuti su diversi livelli e modelli esperienziali consente di poter percorrere nuove strade e disegnare al meglio i percorsi formativi, sfruttando anche l’effetto motivante della “scoperta tecnologica” e le sue specifiche potenzialità.

Essere formatori che fanno tesoro del digital learning vuol dire espandere l’ambiente di apprendimento, migliorare la qualità formativa, lavorare sull’efficacia dell’apprendimento.

Integrazione on line e off line: blended learnng

Ammettiamolo, smartphone, tablet e computer hanno un certo appeal e il loro uso è ormai familiare, oltre a essere spesso pervasivo.
Perché non usarli per la formazione? Perché non sfruttarli per rafforzare la continuità formativa o per coinvolgere individualmente i partecipanti a un corso? Come misurare l’esito a medio termine di un percorso formativo?

Chi si occupa di formazione in azienda deve sapere che il digital learning è un’opportunità, anche per chi fa corsi in aula. 

Sì, perché il digital learning facilita l’apprendimento, lo contestualizza. Torna utile nel momento in cui l’informazione serve, quando non si è più in aula.

blended learning exampleImmagina ad esempio che un meccanico debba riparare un motore su un nuovo modello d’auto: ha fatto un corso di aggiornamento, ma non ricorda parte della procedura di riparazione. Il meccanico ha bisogno ora di quell’informazione. Non può cercare di contattare il formatore nella speranza che risponda al telefono… Deve poter accedere al contenuto che gli serve proprio in quel momento! Per fortuna, il formatore ha creato piccoli video che riproducono la procedura passo dopo passo e li ha messi a disposizione ai corsisti su una piattaforma. Sono microvideo che ha già mostrato durante un workshop nell’officina aziendale: possono tornare utili anche a distanza di tempo. Attraverso lo smartphone il meccanico ritrova i video con la descrizione delle azioni da compiere per la riparazione che deve fare. Facile, veloce, efficace e al tempo giusto!
Felice il meccanico e… felice il cliente.

Non è un segreto che le persone apprezzino i video: perché non usarli per attività di training? Perché non creare degli scenari in cui il partecipante possa immedesimarsi e applicare magari quanto fatto in aula?

Pensa poi a quanti dati e a quante informazioni ti permette di raccogliere e analizzare un normale LMS: esito dei questionari, analisi delle risposte, tentativi fatti prima di raggiungere una soglia minima di punteggio, percentuali di abbandono dei corsi, interazione tra i partecipanti… Come potresti farne a meno?

La rete lascia inoltre all’individuo la responsabilità di gestire il proprio apprendimento e personalizzare, almeno parzialmente, il proprio percorso formativo.

Un approccio blended learning, misto e integrato offline-on line equivale ad aprire un’autostrada per la formazione aziendale!

Che cosa fare

Per chi si occupa di formazione integrare off line e on line implica:

  1. la necessità di costruire nuove competenze didattiche;
  2. la conoscenza degli strumenti e delle risorse digitali che possono tornare utili alla formazione (multimedialità, interattività e simulazione);
  3. mettersi in gioco in un diverso ambiente di lavoro, ridisegnando anche il proprio ruolo;
  4. comprendere in quali occasioni e per quali ragioni ricorrere al digital learning nelle attività formative (facilità d’uso, monitoraggio dell’attività, ruolo attivo del partecipante, feedback di apprendimento ecc.),

Tutto ciò non può far altro che aumentare, migliorare e diversificare l’offerta formativa.

Che cosa non fare

Non serve:

  1. ridisegnare ex novo i materiali per la formazione. Possono essere rielaborati in base a nuovo contesto formativo;
  2. replicare pedissequamente attività d’aula, perché on line lo stile e il ritmo di apprendimento è diverso.

Non si deve dare per scontato nulla di ciò che accade online in relazione al materiale di un corso. Abbandonare a se stesso un partecipante durante il tempo di apprendimento online è controproducente. Come accade in aula, un partecipante può avere necessità di feedback, può aver bisogno di un rinforzo sugli argomenti trattati. Va quindi messo in conto un’attività di supporto che sia in grado di rispondere rapidamente e dare riscontro alle persone. Se vuoi saperne di più, ti rimando a questo post.

La formazione per avere successo richiede molta perseveranza e concentrazione non solo per chi la “subisce”, ma anche per chi la prepara, organizza e gestisce.

Conclusione

Il digital learning può aiutare il formatore aziendale a fare il salto di qualità. Ogni ambiente può essere adatto all’apprendimento: va solo contestualizzato e integrato. Questa integrazione va studiata e alimentata anche dal formatore d’aula.

L’integrazione della formazione off line-on line aiuta a pensare in modo più strategico e non convenzionale (“out of the box” direbbero gli inglesi). L’obiettivo è duplice: aiutare le persone in azienda a rimanere aggiornate e a crescere.

Tutti abbiamo un lavoro da svolgere. Tutti dobbiamo avere l’opportunità di accrescere le nostre conoscenze, espandere le competenze e cambiare i comportamenti per migliorare e crescere in azienda.

Rimanere competitivi vuol dire anche trovare soluzioni alternative, saper generare stimoli. Se vogliamo imprese pronte al cambiamento, i formatori aziendali devono facilitare e “pungolare” l’apprendimento continuo, prevedendo momenti in cui anche l’individuo possa misurarsi con quanto appreso (anche on line).  

Un apprendimento integrato, blended, può agire su più aspetti cognitivi, portando ad una maggiore consapevolezza da parte del partecipante al corso circa le proprie aree di miglioramento, l’efficacia formativa e la responsabilità personale nel disegnare il proprio percorso di crescita professionale. 

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Immagini da pressfoto / Freepik

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