Quotidianamente molti formatori sono impegnati in aula o in videochiamata per trasmettere conoscenze e competenze. Non è raro che replichino da tempo lo stesso modello di corso.

Ogni giorno migliaia di persone nelle aziende frequentano quei corsi di formazione. Dovrebbero aiutarli a migliorare il loro modo di lavorare, trovare le risposte giuste ai problemi, liberare la propria crescita professionale, ma spesso l’obiettivo non è disatteso.

Come uscire dalla routine della formazione tradizionale e migliorare l’efficacia dei corsi?

Una mano ce la dà il flipped learning, un metodo didattico consolidato che poggia sulla creazione di percorsi formativi misti (blended learning).

 

Che cosa è il flipped learning?

Il flipped learning, o formazione capovolta, ristruttura il flusso di apprendimento, spezzando la routine formativa: si riduce il tempo d’aula e si amplifica quello dedicato al problem solving, alla discussione collettiva.

Facciamo un esempio.

flipped learning definizioneTutti abbiamo in mente la classica lezione scolastica o il tradizionale corso aziendale in aula: il formatore o l’insegnante parla e gli studenti ascoltano. Conclusa la lezione, gli studenti avranno dei compiti o delle attività da svolgere.

L’apprendimento flipped learning parte dal “lavoro a casa”. Gli studenti studiano l’argomento della formazione fuori dall’aula, attraverso il materiale messo a disposizione dal formatore/docente (video, documenti, links, moduli e-learning ecc.). Possono essere assegnate agli studenti attività da presentare durante la formazione d’aula (redazione di un documento di sintesi, la raccolta di domande sul tema ecc.).

In pratica, la parte di memorizzazione e studio dei contenuti formativi viene svolta “a casa”, in autonomia, attraverso le diverse risorse proposte dal formatore.

In aula, lo studente non si troverà più di fronte a un docente/formatore che eroga il contenuto, ma avrà di fronte un tutor che lo aiuterà a comprendere, applicare e valutare il contenuto su cui ha lavorato in precedenza.

A pensarci bene, non è una dinamica tanto diversa dalle riunioni aziendali in cui è necessario presentarsi avendo letto il documento su cui si andrà a discutere. L’aspettativa è fondamentalmente la stessa.

Che cosa cambia con il flipped learning?

Capovolgere la formazione consente di:

  1. apprendere secondo il proprio ritmo (ne ho parlato anche qui), anche rivedendo più volte il materiale messo a disposizione per comprenderlo meglio o evidenziare i punti su cui avrà necessità di approfondimento con il docente in aula;
  2. accedere alla formazione d’aula più preparati e di poter contribuire attivamente alla discussione;
  3. stimolare l’esperienza di apprendimento attraverso  il lavoro di gruppo e l’apprendimento tra pari. Gli studenti partiranno infatti da una base di conoscenza comune sul tema che verrà trattato successivamente in aula: sarà più facile per loro condividere quanto appreso.

Si può dire che, capovolgendo la formazione, si incoraggia la parità di apprendimento tra gli studenti.

Il docente può quindi indirizzare i propri sforzi e la propria attenzione proprio là dove gli studenti dimostrano davvero di avere bisogno di supporto, invece di lavorare top-down e solo successivamente recuperare i gap emersi.

Ovviamente, affinché questo approccio funzioni, i contenuti per il “lavoro a casa” devono essere ben elaborati e accessibili agli studenti prima dell’attività in aula.

La forza del flipped learning

Si dice spesso che il miglior modo per imparare qualcosa è insegnarla.

flipped learning facilitatoreIl flipped learning è un ottimo strumento per alzare il livello di conoscenza di base degli studenti, dando loro anche la possibilità di trasformarsi in facilitatori della formazione per i compagni di percorso.

Con il flipped learning, chi prende parte alla formazione lo fa in maniera più attiva. Non solo dimostra di aver compreso maggiormente il contenuto, ma anche di poterlo trasmettere e applicare.

Inoltre, attraverso l’attività precedente all’ingresso in aula, lo studente può  migliorare la propria capacità di presentazione/esposizione dei contenuti e la propria creatività.

Infatti, quando ci viene richiesto di spiegare qualcosa o più semplicemente formulare domande coerenti e non generiche, siamo consapevoli della necessità di dover avere un livello più profondo di conoscenza e comprensione del contenuto. Sicuramente questo è un livello di sfida più alto rispetto a un approccio formativo più tradizionale, ma può avere un impatto molto positivo sul suo processo di formazione.

In qualsiasi situazione, quando dobbiamo dare il nostro apporto e l’ostacolo non è insormontabile, ci viene spontaneo alzare l’asticella del nostro impegno, perché sappiamo che il nostro lavoro potrà essere utile.

La nostra capacità di adattare e trasmettere un messaggio correttamente dimostra che abbiamo compreso il contenuto: è un’abilità importante da sviluppare per chiunque sia coinvolto in un’attività formativa.

Suggerimenti per le attività di flipped learning

Per quel che riguarda le risorse da mettere a disposizione per il “lavoro a casa” consiglio di frammentare tutto in piccole pillole. Tradotto: meglio erogare 4 piccoli moduli e-learning da 5 minuti, piuttosto che dare in pasto agli studenti un solo modulo di 20 minuti. Sì, è vero: è la stessa quantità di informazioni e il tempo complessivo di fruizione è lo stesso, ma il fatto stesso che i moduli siano 4 da 5 minuti e non un mattone da 20 rende il partecipante più predisposto a seguire  l’attività e più autonomo nella gestione dei suoi tempi di formazione.

flipped learning senza votiMeglio poi non vincolare eventuali domande di verifica a voti, ma segnalare allo studente i propri progressi attraverso l’indicazione di approfondimenti su più livelli. Questo consente al formatore di non avere feedback inquinati da un’esperienza negativa dell’apprendimento (ad es. una valutazione non sufficiente). Il focus deve rimanere la comprensione o meno del contenuto che poi sarà esploso in aula, non deve essere l’esito di un test.

Il flipped learning dà anche la possibilità al formatore di sperimentare strategie per coinvolgere gli studenti, promuovendo la condivisione di punti di vista, letture, esperienze, e consentendo loro di applicare le conoscenze apprese in piccole esercitazioni. Potrebbe essere utile l’attivazione di forum o piccole community, o la segnalazione di situazioni in cui gli studenti possano immedesimarsi e lavorare da soli o in gruppo: un modo eccellente per massimizzare l’esperienza di apprendimento.

 

Credits: immagini selezionate da Pexel.

 

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